Dall’Ambiente al Lavoro. L’Agro Caleno si difende su tutti i fronti: sabato 18 Ottobre con i lavoratori della Nuroll

Lo ripetiamo da molto, è più di un decennio che il nostro territorio vive un attacco continuo su troppi fronti: dal punto di vista ambientale c’è il pericolo delle centrali a biomasse, delle discariche e di tutti quegli impianti con cui si mettono i profitti di privati sopra l’opportunità di vivere una vita sana; inoltre la crisi delle infrastrutture che vede sparire ospedali, scuole, piscine e biblioteche, ovvero quelle strutture che nei decenni scorsi sono state un vanto per il territorio; la crisi della politica, che ha dato spazio ad usurpatori e opportunisti, gente che brama potere per fare solo i propri interessi.
Infine c’è la peggiori di tutte: la crisi occupazionale, ovvero la crisi del lavoro. In un territorio che 100 anni fa era fatto di agricoltura e pascoli, 50 anni fa le industrie provenienti da oltre regionale hanno iniziato a costruire dal nulla i propri stabilimenti, portando ad uno sviluppo occupazione repentino che ha garantito una costante crescita delle ricchezze familiari e quindi anche un incremento demografico. Ma tutto questo è durato solo fino a qualche decennio fa.
Ora che, per queste aziende, risulta più complesso adoperarsi per investire in questo territorio, uno dopo l’altro, tutti questi imprenditori illuminati scelgono la via per loro più semplice, spostando altrove le proprie produzioni, lasciando centinaia o forse migliaia di persone senza lavoro, spesso in un’età in cui è ancora più difficile trovare un’alternativa. Questo è l’ennesimo esempio di come si sia fatto del nostro ricco territorio un semplice prodotto “usa e getta”, da sfruttare e depauperare fino al midollo, fin quando conviene.
A tutto questo dobbiamo opporci, perché il territorio è nostro, di chi ci vive e lavora e non di chi intende speculare momentaneamente e poi va via. Per impedire tutto ciò invitiamo quindi a partecipare sabato 18 ottobre 2014 alla mobilitazione messa in cantiere dagli operai della Nuroll di Pignataro Maggiore, per opporsi al licenziamento di 25 lavoratori, avviato con la momentanea messa in mobilità già dal mese di settembre.
Questa è la lotta di chi difende il territorio dagli impianti inquinanti, di chi cerca di dare un senso alla parola “Politica”, di chi lotta contro l’abbandono dei nostri comuni, questa è la lotta di tutti, per questo non possiamo mancare.

le Attiviste e gli Attivisti di 80mq

Tutte le associazioni calene DEVONO scendere in piazza il 26 Ottobre a Calvi Risorta

Sabato 26 Ottobre 2013 l’Agro Caleno si mobiliterà per difendersi dall’abuso del territorio, che per troppi anni è stata pratica consueta di malapolitica e affarismo e che ora vuole giungere al culmine con la costruzione della Centrale a Biomasse targata Iavazzi Ambiente Srl nell’area ex Pozzi, sul suolo di Calvi Risorta.

Crediamo che sia obbligo morale, per chiunque si prodighi nel promuovere la cultura, di partecipare alla mobilitazione che si oppone allo scempio ambientale.

L’area individuata per la costruzione dista pochi metri dal confine meridionale del sito archeologico di Cales, culla delle nostre radici sociali e culturali, la città che millenni addietro ha dato splendore a questi luoghi. Il sito archeologico di Cales verrebbe definitivamente distrutto dall’ombra della centrale e dai fumi e gli odori che essa emanerebbe. Nulla più potrebbe risorgere da uno dei siti archeologico con più potenzialità in Terra di Lavoro.

Gli affreschi della grotta dei santi, le architetture del teatro, l’ingegneristica dei sistemi di fognature e drenaggio dell’acqua, tutto morirebbe definitivamente se questa centrale venisse costruita.

Ci rivolgiamo a tutte le Associazioni e a tutti gli attivisti dell’Agro Caleno: invitiamo a partecipare, perché ora non si combatte solo contro un impianto o una discarica, ora si combatte contro una logica speculativa di uso del territorio, si combatte perché queste terre devono risorgere dalle fondamenta di Cales e non dalle tasche di chi pensa solo ad arricchirsi.

Speriamo quindi nella partecipazione di tutte le associazioni, perché ora è il momento di tutti noi e non partecipare ora annullerebbe tutto l’impegno messo nel promuovere attività nelle nostre comunità.

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Uno spettro si aggira per la Campania, è lo spettro della rivalsa!

Non crediate sia iniziato tutto un mese fa con le dichiarazioni dei pentiti di mafia o gli scavi del NOE.

Oggi, in Campania, qualcosa di grosso inizia a muoversi perché da anni comunità, collettivi, associazioni e movimenti hanno avuto la testa dura di non smettere mai di parlare di ambiente, di rifiuti, di alternative sostenibili. Lo facevano senza pentiti super star e senza alcuno spazio mediatico.manifesto presidio 12 ottobre (2)

Sembrava di essere soli, di non produrre nulla di concreto, ma alla fine qualcosa è nato: un movimento fatto di donne e uomini di ogni estrazione e età, che hanno deciso di alzare la testa e invadere le strade e le piazze di mezza Campania, per dichiarare finiti i tempi delle speculazioni sul proprio territorio.

Ora siamo in tanti e dobbiamo continuare a tenere alta la guardia, perché ora c’è da difendere l’ultimo baluardo di dignità che ci è rimasta: la  SALUTE.

Non ci importa con quali mezzi, se con preghiere, cartoline, cortei, presidi o raccolte firme, l’importante ora è non rimanere a casa ma prendere le redini in mano riguardo a ciò che accadrà da oggi al futuro; per farlo è fondamentale restare uniti e costruire passo dopo passo un unico grande movimento provinciale e regionale.

A breve in Campania giungeranno 61 miliardi di euro per le bonifiche dei siti inquinati; tutto questo denaro rappresenterà un bottino che farà gola alla camorra e a chi intende continuare a speculare.

Non dobbiamo stare a guardare l’ennesimo sciacallaggio. Le istituzioni finora non hanno saputo garantire un’onestà d’intenti, quindi ora dobbiamo essere noi a farci garanti della trasparenza, costituendo comitati civici in ogni luogo in cui ci saranno bonifiche. Bisognerà garantire che le ditte appaltatrici dei lavori non siano in odore di camorra, che gli scavi siano fatti nei siti realmente inquinanti, ma soprattutto che le bonifiche siano a vantaggio delle comunità e non delle ditte appaltatrici. Dunque dobbiamo invertire la prassi: non sarà più il nostro territorio ad essere attenzionato da camorra e malaffare per diventare meta di speculazioni, ma sarà la cittadinanza a “mettere gli occhi addosso” a politici, ditte e addetti ai lavori. 

Bisogna continuare sull’onda del dissenso che si sta già ingrossando, bisogna muoversi e non restare a guardare e bisogna iniziare dai propri territorio; per questo invitiamo tutti a partecipare alle mobilitazione in programma nell’Agro Caleno, con le due date lanciare dal Comitato per l’Agro Caleno: No alla centrale a Biomasse. Due appuntamenti in cui si denuncerà il degrado in cui versa il sito dell’ex Pozzi, invaso da rifiuti speciali, urbani e amianto, ma soprattutto saranno incontri in cui la gente chiederà a gran voce la bonifica di queste terre.

Verso il presidio del 12 ottobre all’ex Pozzi e verso la grande mobilitazione del 26 Ottobre che attraverserà le vie di Calvi Risorta in difesa del territorio, per dire basta ad ulteriori avvelenamenti in Terra di Lavoro e opporsi alla realizzazione della Centrale a Biomasse sul territorio caleno.

“Finchè c’è la salute…” …l’Agro Caleno continuerà a lottare.

LABORATORIO SOCIO-POLITICO-CULTURALE 80MQ